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La maggior parte dei bambini inizia a camminare
fra i 12 / 14 mesi.
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La deambulazione è preceduta solitamente
dal gattonamento o da spostamenti a terra con varie modalità
(da seduto, strisciando, a orso, in ginocchio ecc.) e da spostamenti
in piedi tenendosi a vari sostegni: persone, mobili bassi, sedie.
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Il gattonamento va considerato come una vera
e propria tappa nello sviluppo del bambino, una fase preparatoria
che gli permette di acquisire sicurezza e abilità, di prendere
“le misure” e consapevolezza delle distanze, delle profondità
e di sperimentare in sicurezza da terra, ostacoli e pericoli.
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Il bambino che arriva alla deambulazione
dopo il gattonamento ha una camminata più sicura, cade di meno,
si mette meno nei pericoli e riesce a risolvere da solo piccole difficoltà
che incontra sul “suo cammino”.
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Capita che alcuni bambini non gattonino o
non sperimentino nessun tipo di spostamento a terra, non importa,
cammineranno ugualmente bene con i loro tempi. Importante è
che ogni bimbo abbia avuto la possibilità di stare a terra
e imparare a spostarsi, che sia stato messo, dai suoi adulti di riferimento,
nelle condizioni per farlo.
Per tutto lo sviluppo senso/motorio che caratterizza i primi anni
di vita del bambino va sollecitata e accompagnata la spinta naturale
all’autonomia, motore primario della crescita e della vita stessa
nella sua essenza principale.
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Il bambino non andrebbe mai messo in posizioni/posture
che non sa attivare e mantenere da solo e quindi anche per lo stare
in piedi e per la deambulazione è importante che faccia le
sue sperimentazioni e le sue conquiste da solo con le sue possibilità
e i suoi tempi, noi adulti abbiamo il compito di stargli vicino, di
incoraggiarlo, di gratificare i suoi sforzi ma non di sostituirci.
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È bene evitare ad esempio, se il bimbo
non lo fa anche da solo di sorreggerlo in piedi e per i primi passi,
tenendolo per le mani: è probabile che senza di noi lui si
senta incapace e che richieda così continuamente il nostro
intervento costringendoci a un periodo più o meno lungo di
camminate a schiena piegata, avanti e indietro per accompagnare il
“pargolo” nelle sue escursioni.
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Oltre alla nostra fatica ciò che più
conta è che il bimbo sperimenti un’autonomia motoria
che dovrebbe avere anche un significato psico/affettivo di distacco
e riavvicinamento dall’adulto di riferimento senza “staccarsi”.
Sul piano prettamente fisico poi, questa modalità ritarda la
deambulazione autonoma e rende il bimbo meno sicuro e più dipendente.
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Una volta conquistata la deambulazione autonoma
il bambino sperimenterà questa sua capacità appena acquisita
continuando a camminare avanti e indietro, diventando sempre più
capace e sicuro. Apparirà quasi impossibilitato a fermarsi
e a concentrarsi su un gioco come sapeva fare magari fino a poco tempo
prima, in realtà sarà attratto e interessato dal materiale
da gioco che incontrerà sul suo cammino e che manipolerà
e utilizzerà nelle brevi soste fra uno spostamento e l’altro
e che magari porterà con se da un capo all’altro del
suo percorso.
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Sarà interessato anche ad oggetti
da spingere: sedie, carrettini e quando sarà un po’ più
abile e in equilibrio utilizzerà giochi da trascinare.
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Importanti diventeranno anche oggetti voluminosi
ma leggeri (cuscini, cesti, scatoloni) che il bimbo solleverà
e porterà in giro sentendosi “forte e potente”
e sviluppando la sua capacità di mantenersi in equilibrio.