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15 giugno 2010

Prof.ssa Silvia Vegetti Finzi
Psicologa clinica e scrittrice, membro del Consiglio Superiore di Sanità.

 

 

Quali sono i segreti per aiutare il bambino a sviluppare un rapporto equilibrato e sereno con il cibo?

Non è importante solo educare attraverso delle regole, ma anche curare il “mondo psicologico e relazionale” in cui avviene l’alimentazione. Per esempio, se portate il bambino con voi a fare la spesa, coinvolgetelo negli acquisti per farlo sentire responsabile di quello che potrà mangiare in settimana. Insegnategli la lettura delle etichette: per i più grandicelli, sarà un gioco sperimentare la loro capacità nello scovare le etichette dei prodotti migliori.
Costruite un’atmosfera serena e gratificante nei momenti dei pasti: la tavola non deve essere un terreno di scontro o di controllo, ma di scambio affettuoso per tutta la famiglia.
Non si dovrebbe mai usare il cibo per far smettere un capriccio: questo impedisce al bambino di scoprire altri modi per calmarsi e, inoltre, un cibo mangiato come consolazione viene ingurgitato senza essere assaporato!
Abituate il bambino a sentire la sensazione della fame (è “fame” quando la pancia brontola, quando proprio non si riesce a fare altro perché il pensiero è rivolto al cibo, nonostante la presenza di distrazioni). Si eviterà che il bambino utilizzi in futuro in modo inadeguato il cibo come nutrimento dell’anima!
I genitori devono dal canto loro imparare a non scambiare tutte le richieste dei figli per fame. Hanno bisogno di coccole, gioco, parole o… di stare da soli: non riempiamoli di cibo ogni volta che sembrano chiederci qualcosa. Infine, fate partecipare appena possibile i bambini alla preparazione dei pasti e alla scelta dei cibi: per esempio durante i week-end prendetevi il tempo perché il pasto sia sempre un momento di aggregazione, dialogo e gioco, facendo sempre attenzione che non sia l’unico momento di condivisione e di gioco.

 

 

 

È giusto proibire determinati cibi?

In realtà non ci dovrebbero essere cibi proibiti: se un alimento facilmente reperibile diventa proibito, il rischio è quello di renderlo ancor più desiderabile e mentalmente appetibile. Piuttosto, meglio concessioni programmate (inserite cioè nel piano alimentare settimanale): questo serve anche a far capire al bambino che i suoi gusti sono legittimi, ma che alcuni di questi potrebbero creare dei problemi a lungo andare, se non ben gestiti! Infatti, se è vero che i gusti vanno coltivati, alcuni vanno certamente incentivati, altri no
Le occasioni speciali ci sono ed è giusto goderne: se si segue un’alimentazione corretta quotidianamente, per sé e per i propri figli, c’è spazio anche per le occasioni particolari. Basta spiegare con serenità e fermezza che non tutti i cibi si possono mangiare ogni giorno perché se consumati abitualmente possono far male a tutti, grandi e piccoli. Anche questo è parte dell’educazione famigliare, che è una “dolce ricetta” che mescola flessibilità, rispetto dell’autonomia del bambino, ma anche guida responsabile a una crescita fisica, psicologica e relazionale.

 

 

 

Che fare se vuole mangiare sempre le stesse cose?

Non scoraggiatevi presto: stimolare nuove abitudini è un processo lento che a volte richiede mesi, sia nell’adulto che nel bambino, e questo vale anche per le abitudini alimentari. Spesso i bambini di fronte a nuove proposte (per esempio la frutta e la verdura) sono riottosi.
Ai primi rifiuti i genitori non dovrebbero rinunciare. Mostratevi fermi e sereni nel riproporre alcuni alimenti, soprattutto nei pasti principali, anche perché i gusti possono cambiare nel tempo facendo nuove esperienze, e quindi bisogna assaggiare il più possibile. No all’insistenza, sì alla riproposta serena!

 

 

a cura di Roberta Camisasca
15 giugno 2010

 

     
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